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  • dott.ssa Marta Macchia (responsabile Igiene e

Legionella: l’importanza della prevenzione negli studi odontoiatrici

Aggiornamento: 13 apr 2022


La legionellosi, o Malattia del Legionario, è un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila.

La Legionella è un microrganismo presente negli ambienti acquatici naturali e artificiali (acque sorgive, fiumi, laghi etc.) e, da questi ambienti, può contaminare condotte cittadine, impianti idrici degli edifici etc. creando una situazione di rischio per la salute umana.

L’infezione si trasmette, normalmente, per via respiratoria attraverso l’inalazione di goccioline di aerosol contaminate dal batterio.

In ambito odontoiatrico, l’aerosol generato durante gli interventi può rappresentare una potenziale fonte di rischio, sia per i pazienti che per gli operatori sanitari, per cui la qualità dell’acqua nei riuniti odontoiatrici diventa di fondamentale importanza. Di seguito, si riporta uno stralcio delle Linee Guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi (Conferenza Stato-Regioni del 7 maggio 2015).


“Allo stato attuale, pur essendo stato dimostrato il nesso di causalità tra infezione da legionella e contaminazione del circuito del riunito odontoiatrico, non c’è evidenza di una larga diffusione di casi di legionellosi attraverso l’esposizione all’acqua di tali circuiti.

Tuttavia, è ampiamente dimostrata la presenza di Legionella al loro interno. Alla luce di tali evidenze risulta importante, ai sensi del D. Lgs 81/08, attuare tutte le misure di sicurezza e prevenzione per evitare il rischio di esposizione ad agenti patogeni e creare un ambiente di lavoro sicuro nel quale trattare i pazienti.

Per ridurre il rischio nel corso delle procedure odontoiatriche vengono fornite indicazioni di buona pratica quali:

  • eliminare dal circuito i tratti esclusi dalle correnti di flusso;

  • installare dispositivi antiristagno in grado di far circolare l’acqua in continuo, in particolare durante le pause lavorative;

  • alimentare il circuito con soluzioni sterili, dopo averlo isolato dalla rete idrica;

  • disinfettare l’acqua con trattamenti in continuo o discontinui: questi ultimi, effettuati periodicamente o tra un paziente e il successivo utilizzando disinfettanti di alto livello, evitano la possibilità di contaminazioni chimiche del campo operatorio, riducono l’esposizione degli operatori e minimizzano il rischio di selezionare microrganismi resistenti.

Per ridurre l’esposizione del paziente ad aerosol potenzialmente contaminati e/o minimizzare il rischio nei pazienti più vulnerabili si consiglia di:

  • flussare ciascuno strumento accendendolo a vuoto, all’inizio di ogni giornata lavorativa (tempo minimo 2 minuti) e prima di ogni intervento (tempo minimo 20-30 sec.);

  • installare, subito a monte dei manipoli, filtri (≤ 0,2 μm) in grado di trattenere i microrganismi provenienti dall’interno del circuito;

Un controllo preventivo, quindi, è raccomandato almeno una volta all’anno qualora le misure di minimizzazione del rischio sopra elencate non vengano messe in atto e ogni volta che si verifica un caso di malattia.

Ogni studio odontoiatrico deve inoltre tenere un registro degli interventi effettuati.

A tutela della salute del paziente, si sottolinea, infine, che per le procedure chirurgiche invasive devono essere utilizzate esclusivamente soluzioni sterili in circuiti di distribuzione a loro volta sterili.

Nel caso in cui non vi fosse la garanzia di ottenere il requisito di sterilità per i circuiti propri del riunito, andrebbe realizzato un sistema di bypass utilizzando dispositivi sterili monouso o sterilizzabili”.

Fonte

http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2362_allegato.pdf

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